Il settore assicurativo italiano e globale, nella Relazione Ivass 2022
L’edizione 2022 della Relazione Annuale IVASS restituisce la fotografia di un settore che sembra reggere bene le difficoltà legate a pandemia, guerra e inflazione, e che rispetto agli anni precedenti beneficia di una maggiore consapevolezza dei rischi da parte di cittadini e imprese.
Nel 2020, a livello mondiale, i premi lordi hanno subito un calo, in particolare nel settore vita (-3,0% in termini reali5 dopo la crescita degli ultimi anni); nel settore danni i tassi di crescita sono rimasti invece generalmente positivi, crescendo nel complesso dei Paesi del +0,6%. I premi lordi sono aumentati in entrambi i settori solo in 12 Paesi. In Italia si registra un -4,2% nel settore vita e -2,2% nel danni. Nei Paesi OCSE l’incidenza della raccolta premi vita e danni sul PIL, in termini nominali, è stata pari al 9,4%, +9% rispetto all’anno precedente.
Nel corso del 2020, pur operando in uno scenario di accresciuta incertezza, gli assicuratori hanno preservato e in alcuni casi accresciuto i livelli di patrimonio netto, anche coadiuvati dall’azione di vigilanza che, in particolare nei paesi UE, dall’inizio della pandemia ha raccomandato alle imprese di trattenere e preservare gli utili dell’esercizio precedente in modo da garantire sufficiente capacità di assorbire le potenziali perdite.
La pandemia ha contribuito ad accrescere la consapevolezza del rischio e della possibilità di gestirlo facendo ricorso a contratti di assicurazione: questo aspetto, insieme all'accelerazione della digitalizzazione, potrà stimolare una evoluzione strutturale del mercato assicurativo globale, nonostante le tensioni del quadro macroeconomico. Stime sul 2021 indicano infatti una domanda di protezione assicurativa in crescita del 3,3%. Le strategie di prodotto e di investimento del mercato assicurativo dovranno tenere conto di uno scenario in cui il contesto di bassi tassi d’interesse che ha caratterizzato gli ultimi anni è, dai primi mesi del 2022, interessato da una evoluzione con i tassi in graduale aumento, affiancati da un innalzamento assai più repentino del tasso di inflazione.
Esaminando più nello specifico il comparto assicurativo italiano, il 2021 è stato caratterizzato da operazioni di fusione e acquisizione che hanno ridotto il numero delle imprese nazionali a 90, dalle 96 del 2020. Anche per l’effetto della Brexit, il numero delle rappresentanze in Italia di imprese dello Spazio Economico Europeo (SEE) operanti in regime di stabilimento è passato da 103 a 91 e quello delle imprese operanti in regime di libera prestazione di servizi (l.p.s.) da 1.048 a 884.
Il tasso di penetrazione assicurativa, misurato dal rapporto premi/PIL, si riduce dall’8,1% del 2020 al 7,9% del 2021, anche per una ripresa del PIL più accentuata rispetto alla raccolta premi. Si riscontra inoltre una riduzione del Return on Equity (ROE) all’8,7%, quasi il 3% in meno rispetto all’anno precedente. Il volume complessivo dell’industria assicurativa italiana rimane elevato: il totale degli attivi, pari a 1.114 miliardi di euro, è il terzo tra i Paesi dell’Unione Europea. Gli assicuratori italiani continuano a investire prevalentemente in titoli di Stato italiani, sebbene in misura inferiore rispetto all’anno precedente: si passa dal 41,1% al 38,4% del totale investimenti.
La raccolta (+3,8% sul 2020) per la gran parte trainata dai rami vita (+4,5%) ha riportato l’industria su livelli simili al periodo pre-pandemia. Con riferimento ai rami vita, l’aumento dei volumi non è omogeneo, con il ramo III in crescita del +34,5% e il ramo I in calo del -5,2%; in quest’ultimo si osservano forti incrementi dei rapporti sinistri/premi (+79,8%) e riscatti/premi (+47%). La distribuzione dei prodotti vita tramite banche registra una riduzione del 56%. Il rendimento medio lordo delle gestioni separate è pari al 2,6%, di cui quasi il 40% è trattenuto dalle imprese di assicurazione; per il 2021 le commissioni di gestione annuali sono pari all’1,24% degli attivi di ramo III, a fronte di poco oltre l’1% per le gestioni di ramo I. Il risultato di esercizio dei rami vita chiude con un utile, dovuto alla gestione tecnica che si avvale principalmente dell’apporto di notevoli proventi finanziari netti, generati per circa il 50% dagli attivi di ramo III. Gli oneri per sinistri restano inalterati rispetto al precedente esercizio.
L’aumento dei rami danni (+1,9%) è spinto dalla crescita dei rami non auto che registrano un +5,5%, indice di una potenziale riduzione del gap di copertura assicurativa rispetto ad altri Paesi europei. Il risultato di esercizio dei rami danni si attesta ai livelli pre-pandemia dopo il picco del 2020; il risultato della gestione ordinaria è di nuovo inferiore a quello tecnico come nel 2012-2019, anche per effetto della riduzione dei proventi netti degli investimenti finanziari e per l’aumento dei costi non inclusi nel saldo tecnico.
Di seguito un’infografica con i principali numeri dell’Assicurazione in Italia. Per approfondimenti, la Relazione Annuale IVASS è disponibile a questo link.